Autismo: come riconoscere i primi sintomi a cui prestare massima attenzione. Data la varietà della sintomatologia non sempre debbono essere presenti tutti gli indicatori di seguito elencati per procedere ad effettuare un approfondimento psicodiagnostico. 

Una novità importante introdotta dal nuovo manuale dei criteri diagnosticiè  il raggruppamento dei sintomi in due categorie rispetto alle tre precedenti; più in particolare, nel DSM-IV si parlava di:

  • deficit della reciprocità sociale;
  • deficit del linguaggio/comunicazione;
  • repertori ristretti e ripetitivi di interessi/attività.

Ognuna di queste tre categorie comprendeva quattro sintomi; per effettuare una diagnosi di “disturbo pervasivo dello sviluppo” era necessario fossero presenti almeno sei sintomi, di cui almeno due nella prima categoria (menomazione della reciprocità sociale) e almeno uno per ciascuna delle altre due categorie.

Con il DSM-V le categorie di sintomi dell'autismo vengono ridotte a due:

  • Deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale;
  • Comportamenti e/o interessi e/o attività ristrette e ripetitive.

La diagnosi di “disturbo dello spettro autistico” richiede la presenza di almeno tre sintomi nella categoria dei “deficit della comunicazione sociale” e di almeno due in quella dei “comportamenti ripetitivi”.

In particolare il DSM-5 definisce i seguenti criteri diagnostici:

Deficit persistenti nella comunicazione sociale e nell’ interazione sociale con varie manifestazioni:

Le anomalie nelle interazioni sociali sono l’aspetto specifico  dell’autismo. Si evidenzia una compromissione  qualitativa delle competenze sociali e una marcata alterazione della reciprocità sociale.  L’isolamento, la scarsa iniziativa nei rapporti sociali, l’indifferenza al contesto relazionale, la mancanza di intenzionalità comunicativa, la difficoltà nel comprendere le emozioni ed i sentimenti altrui sono gli aspetti salienti. Le alterazioni nelle competenze della comunicazione sociale e dell’interazione sociale comprendono:

  • un deficit nella reciprocità socio-emotiva (ad esempio un approccio sociale anomalo, una difficoltà nella reciprocità della conversazione, una ridotta condivisione di interessi, emozioni e sentimenti).
  • Una alterazione della comunicazione verbale e non verbale (l’uso del linguaggio è legato a condizioni di necessità e vengono utilizzate singole parole; nel caso sia presente un buon livello espressivo sono presenti alterazioni della prosodia, ecolalie inversioni pronominali; l’uso dei gesti a scopo dichiarativo è assente, anomalie nel contatto visivo ; mancanza di espressività facciale).
  • Deficit dello sviluppo, della gestione e della comprensione delle relazioni (ad esempio difficoltà nell’adattarsi ai diversi contesti sociali; assenza di interesse verso i coetanei; gioco simbolico assente e di conseguenza difficoltà nel condividere un gioco di immaginazione con i coetanei).

Modelli limitati e ripetitivi nei comportamenti, negli interessi e nelle attività che si manifestano con almeno due delle seguenti situazioni (durante la stessa fase dello sviluppo del bambino o in periodi successivi):

  • Ripetizione o approcci stereotipati nei movimenti, nell’ uso degli oggetti o nella conversazione;
  • Insistenza sulle stesse cose, uso continuo di particolari “routines” e modelli ritualizzati nella comunicazione sia verbale che non verbale;
  • Interessi molto ristretti e molto specifici con caratteristiche atipiche in termini sia d’ intensità che di specificità;
  • Iper- o ipo- reattività agli stimoli sensoriali o interesse atipico agli aspetti sensoriali dell’ ambiente circostante.

Inoltre nel DSM-5 viene specifica che:

  • sintomidebbono essere presenti già nel periodo iniziale dello sviluppo del bambino (anche se in alcuni casi essi trovano piena manifestazione solo quando si verifica che le limitate capacità del bambino non riescono a far fronte a quanto richiesto dalla specifica situazione oppure talora tali sintomi possono essere mascherati da “strategie compensative” imparate dal bambino con il passare degli anni);
  • sintomidebbono essere tali da causare una deficienza clinicamente significativa nelle funzionalità di tipo sociale, nel lavoro o in altre importanti aspetti della vita di ogni giorno;

Questi disturbi non sono attribuibili a una generica disabilità intellettuale (disordine intellettuale dello sviluppo) o a un ritardo globale nello sviluppo del bambino.

Nel  DSM V  ogni dimensione viene specificata in relazione alla gravità per la quale si distinguono 3 livelli:

  • livello 1richiesta di assistenza, il problema sociale è caratterizzato solo da un inizio difficile dell’interazione. Il soggetto è capace di esprimersi e di rispondere alle consuete domande di rito, ma non riesce a sostenere una conversazione. Dal punto di vista degli interessi/attività è presente una difficoltà a passare da un’attività a un’altra e sono presenti comportamenti rigidi che vanno conosciuti dall’interlocutore.
  • livello 2richiesta di un’assistenza sostanziale. I deficit verbali e non verbali sono marcati, le iniziative di interazione sociale sono limitate ad alcuni interessi; i comportamenti ripetitivi/fissi interferiscono con il funzionamento della persona nei vari contesti di vita.
  • livello 3richiesta di un’assistenza molto sostanziale. Questo supporto è previsto per le persone i cui deficit descritti prima sono molto severi (ad esempio: poche parole intellegibili, nessuna iniziativa sociale o solo occasionale, estrema difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti, grande difficoltà a cambiare il focus di un’azione)