
- Domenica, 23 Settembre 2018
- Categoria: Disturbi specifici di apprendimento
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Quando qualcuno (genitore o insegnante) sospetta di trovarsi di fronte ad un bambino dislessico é importante che venga fatta, al più presto, una valutazione diagnostica.
La diagnosi di dislessia può essere effettuata attraverso test standardizzati somministrati da personale specialistico dell’Azienda Sanitaria Locale di competenza o a centri privati accreditati, tenendo conto dei parametri di velocità e accuratezza nel processo di decodifica cioè di lettura.
L’alunno spesso presente difficoltà di comprensione di un testo attraverso la lettura, aggravando così il quadro clinico, mentre non sembrerebbe inficiare la comprensione di un testo attraverso l’ascolto.
La valutazione permette di capire che cosa sta realmente succedendo ed evitare gli errori più comuni, come colpevolizzare il bambino (“non impara perché non si impegna”) o attribuire la causa a problemi psicologici. Si tratta di errori che comportano sofferenze, frustrazioni e scoraggiamento nel bambino.
Nonostante sia prematuro fare diagnosi conclamata di dislessia, disortografia e disgrafia prima della fine della seconda classe primaria e di discalculia prima della fine della terza classe primaria, è possibile, però prima di questi periodi, dichiarare l’eventuale sospetto di DSA. Questo permette di attivare tempestivamente gli interventi di prevenzione del disturbo.
Ottenuta la diagnosi, si possono mettere in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso, nonché alcuni semplici provvedimenti come disporre di tempi più lunghi per lo svolgimento dei compiti e l’utilizzazione della calcolatrice o del computer.
I bambini dislessici hanno un diverso modo di imparare, ma comunque imparano ed hanno diritto di imparare! Non sempre è facile trovare la persona in grado di identificare il problema; è perciò opportuno consultare le figure professionali preposte (neuropsichiatra infantile e/o psicologo, magari in collaborazione con un logopedista).