Disturbi specifici di apprendimento

Domenica, 23 Settembre 2018

I disturbi specifici dell’apprendimento noti come DSA: Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia.

I disturbi specifici dell’apprendimento noti anche con l’acronimo DSA rientrano nella categoria diagnostica relativa ai Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento, che riguarda i disturbi delle abilità scolastiche, ossia Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia.

Attraverso il metodo della Consensus Conference (2007) sono state definite alcune raccomandazioni per la pratica clinica a cui hanno fatto seguito le risposte ai quesiti sui DSA redatti dal Panel di aggiornamento e revisione

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (CC-ISS, 2011) «La principale caratteristica di definizione di questa “categoria nosografica”, è quella della “specificità”, ovvero definisce i DSA «disturbi che coinvolgono uno specifico dominio di abilità, in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale».

Essi infatti interessano le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici. Sulla base del deficit funzionale vengono comunemente distinte le seguenti condizioni cliniche:

  • Dislessia, disturbo nella lettura (intesa come abilità di decodifica del testo);
  • Disortografia, disturbo nella scrittura (intesa come abilità di codifica fonografica e competenza ortografica);
  • Disgrafia, disturbo nella grafia (intesa come abilità grafo-motoria);
  • Discalculia, disturbo nelle abilità di numero e di calcolo (intese come capacità di comprendere ed operare con i numeri).
Domenica, 23 Settembre 2018

Se un bambino presenta alcuni di questi indicatori è consigliabile fare un’indagine più approfondita.

Possibili fattori di rischio dei DSA (3-5 anni)

  • Con riferimento allo sviluppo del linguaggio, le prime parole vengono prodotte oltre i 18 mesi di vita e/o le prime frasi, di 2-3 elementi, oltre i 30 mesi.
  • Dai 3 anni, pronuncia male parole lunghe e/o formula frasi molto brevi e/o non corrette quando parla.
  • Sostituisce alcuni suoni nelle parole, in modo che quando parla il suo linguaggio risulta poco comprensibile a persone che non sono familiari.
  • Ha difficoltà nel riconoscere i suoni che compongono una parola e li può confondere.
  • Ha difficoltà nel dividere la parola in sillabe (analisi sillabica) e/o nel ricostruire la parola intera dalle sillabe (sintesi sillabica).
  • Può equivocare ciò che sente.
  • Utilizza parole non adeguate al contesto o le sostituisce.
  • Tende a non ricordare le elencazioni (nomi, cose, numeri, ecc.) specie se in sequenza.
  • Ha difficoltà nel riconoscere e/o imparare rime o parole con assonanze.
  • Ha difficoltà a mantenere il ritmo.
  • Ha difficoltà nel ricordare il nome appropriato degli oggetti.
  • È lento ad ampliare il vocabolario.
  • Ha difficoltà nell’apprendimento dei numeri, dei giorni della settimana, dei colori e delle forme.
  • Ha difficoltà nell’imparare a scrivere il proprio nome.
  • Ha difficoltà nel seguire più indicazioni insieme e routine.
  • Ha difficoltà con i compiti che implicano abilità motorie (allacciarsi le scarpe, ritagliare, infilare perline, ecc.).
  • Può apparire poco coordinato e goffo nei movimenti quando gioca o è impegnato in attività sportive (es. prendere una palla al volo).

 

Possibili fattori di rischio dei DSA (5-7 anni)

  • È lento nell’apprendere e nello stabilizzare la corrispondenza tra le lettere ed i suoni.
  • Ha difficoltà nel separare la parola in suoni (analisi fonemica) ed a ricostruire la parola dai suoni (sintesi fonemica).
  • Le capacità di lettura e di scrittura risultano inferiori alla vivacità intellettiva.
  • Ha un’intelligenza vivace e pronta ma il suo rendimento scolastico è basso, specie nelle prove scritte.
  • Apprende rapidamente attraverso l’osservazione, la dimostrazione, la sperimentazione e gli aiuti visivi.
  • Può pronunciare male parole lunghe.
  • Ha difficoltà nel leggere singole parole isolate.
  • Esita nel leggere una parola fluentemente, specialmente se è nuova.
  • Fa confusione anche nel riconoscere parole corte.
  • Quando scrive dimentica delle lettere nelle parole e/o le mette nell’ordine sbagliato.
  • La lettura è lenta, priva di espressività e poco fluente (lettura ad alta voce faticosa e stentata).
  • Ha più difficoltà con le preposizioni (di, per, in, su) che con le parole di contenuto (giallo, correre, nuvole).
  • Tende a non ricordare le elencazioni (nomi, cose, numeri, ecc.) specie se in sequenza.
  • Ha difficoltà nel verbalizzare i suoi pensieri.
  • La comprensione in lettura potrebbe essere compromessa per via della poca accuratezza, velocità e scorrevolezza di lettura.
  • La comprensione di un testo in lettura può essere migliore della lettura di singole parole.
  • La comprensione è migliore quando ascolta qualcuno che legge rispetto a quando legge lui.
  • Ha difficoltà nel pianificare e organizzare. □ Ha difficoltà a leggere l’ora in un orologio con le lancette.
  • Durante la lettura si lamenta di provare sensazioni di movimento o di vedere le parole in movimento o distorte.
  • Sembra avere problemi visivi che i test standard non rilevano.
  • Può avere difficoltà con i compiti che implicano abilità motorie.
  • Ha difficoltà nell’allacciarsi le scarpe, annodare, vestirsi.
  • Ha difficoltà a copiare o a riassumere correttamente.
  • Impugna biro e matita in maniera goffa.
  • La scrittura è talvolta illeggibile.
  • Può non essere in grado di leggere la propria scrittura.
  • Ha difficoltà nell’indicare la destra e la sinistra, l’ordine dei giorni della settimana, dei mesi, ecc.
  • Conta esclusivamente sulle sue dita.
  • Può essere capace di elencare i numeri ma ha difficoltà a contare gli oggetti.

Possibili fattori di rischio dei DSA (7-12 anni)

  • Le capacità di lettura e di scrittura risultano inferiori alla vivacità intellettiva.
  • Continua a confondere la sequenza delle lettere all’interno delle parole.
  • Nella lettura la poca accuratezza, velocità e scorrevolezza pregiudicano la comprensione.
  • L’ortografia è inappropriata all’età (es. legge o scrive in modo differente la stessa parola proposta più volte nello stesso testo; omette, inverte, sostituisce delle lettere).
  • Nella scrittura spontanea usa un lessico limitato.
  • Non può utilizzare i propri appunti per studiare.
  • Cerca delle scuse per non leggere.
  • Ha difficoltà linguistiche in ambito matematico (es. quando legge i problemi confonde i numeri e i simboli).
  • Ha una difficoltà o impossibilità di apprendere le tabelline.
  • Confonde la destra e la sinistra.
  • Racconta i fatti con pochi particolari e in tempi lunghi.
  • Ha difficoltà nel linguaggio non lineare o figurato (proverbi, modi di dire).
  • Non prende o non trascrive i compiti per casa.
  • Ha difficoltà a ricordare che giorno o che mese è.
  • Ha difficoltà ad organizzarsi nell’uso del diario scolastico.
  • Ha difficoltà a ricordare il proprio numero di telefono e/o il proprio compleanno.
  • Può avere limitate competenze nel pianificare e organizzare le attività.
  • Ha una difficoltosa gestione del tempo.
  • Può avere poco senso dell’orientamento.
  • Ha poca autostima e sicurezza di sé.
  • Può avere difficoltà nei rapporti sociali con i compagni e/o gli insegnanti.

Possibili fattori di rischio dei DSA (oltre 12 anni)

  • Continua a leggere lentamente, in maniera poco fluente e con errori.
  • Ha un bagaglio culturale limitato, per via della difficoltà di lettura.
  • Continua ad avere difficoltà nello spelling.
  • Scrive a mano lentamente, con difficoltà ed il risultato è poco leggibile o illeggibile.
  • Ha migliori competenze orali che scritte.
  • Ha difficoltà nella pianificazione e nella composizione di un testo scritto.
  • Ha difficoltà nella sintassi e nella punteggiatura quando scrive.
  • Ha difficoltà a riassumere ed a sintetizzare.
  • Ha difficoltà a prendere appunti o a copiare dalla lavagna.
  • Rimanda o evita di fare attività che richiedono la lettura e la scrittura.
  • Non completa i compiti per casa.
  • È lento a rispondere alle domande, soprattutto a quelle aperte (che richiedono una risposta articolata).
  • Ha difficoltà nella memorizzazione. 22 1
  • Continua a pronunciare male alcune parole.
  • Si confonde nell’usare parole lunghe (ad es. “deduzione” al posto di “detrazione”).
  • Ha difficoltà a ricordare i nomi di alcune parole, o oggetti, o nomi di persone familiari.
  • Ha limitate competenze nel pianificare e organizzare le attività.
  • Ha difficoltà nella gestione del tempo.
  • Ha più difficoltà nelle materie letterarie.
  • Ha una bassa autostima e poca fiducia in se stesso.
  • In classe disturba, fa il buffone, oppure è troppo calmo.
  • Può essere emotivo o ansioso in merito ai suoi problemi scolastici, nella lettura, nella scrittura e nella matematica.
  • Può essere ipersensibile, emotivo e aspirare alla perfezione.
  • Può avere difficoltà nei rapporti sociali con i compagni e/o gli insegnanti.
  • C’è una notevole “discrepanza” tra la sua vivace intelligenza, le intere ore pomeridiane dedicate allo studio ed il suo rendimento scolastico.
  • I professori spesso riportano che a scuola è facilmente distraibile, spesso non porta a termine i compiti scritti perché “rimane indietro” e non riesce a rispettare i tempi di consegna.

Questi comportamenti non costituiscono un indice diagnostico ma solo un indicatore di una possibile presenza di un Disturbo Specifico di Apprendimenti

Domenica, 23 Settembre 2018

Quando qualcuno (genitore o insegnante) sospetta di trovarsi di fronte ad un bambino dislessico é importante che venga fatta, al più presto, una valutazione diagnostica.

La diagnosi di dislessia può essere effettuata attraverso test standardizzati somministrati da personale specialistico dell’Azienda Sanitaria Locale di competenza  o a centri privati accreditati, tenendo conto dei parametri di velocità e accuratezza nel processo di decodifica cioè di lettura.

L’alunno spesso presente difficoltà di comprensione di un testo attraverso la lettura, aggravando così il quadro clinico, mentre non sembrerebbe inficiare la comprensione di un testo attraverso l’ascolto.

La valutazione permette di capire che cosa sta realmente succedendo ed evitare gli errori più comuni, come colpevolizzare il bambino (“non impara perché non si impegna”) o attribuire la causa a problemi psicologici. Si tratta di errori che comportano sofferenze, frustrazioni e scoraggiamento nel bambino.

Nonostante sia prematuro fare diagnosi conclamata di dislessia, disortografia e disgrafia prima della fine della seconda classe primaria e di discalculia prima della fine della terza classe primaria, è possibile, però prima di questi periodi, dichiarare l’eventuale sospetto di DSA. Questo permette di attivare tempestivamente gli interventi di prevenzione del disturbo.

Ottenuta la diagnosi, si possono mettere in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso, nonché alcuni semplici provvedimenti come disporre di tempi più lunghi per lo svolgimento dei compiti e l’utilizzazione della calcolatrice o del computer.

I bambini dislessici hanno un diverso modo di imparare, ma comunque imparano ed hanno diritto di imparare! Non sempre è facile trovare la persona in grado di identificare il  problema; è perciò opportuno consultare le figure professionali preposte (neuropsichiatra infantile e/o psicologo, magari in collaborazione con un logopedista).

Domenica, 23 Settembre 2018

La dislessia è disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo

Quanti di voi vi siete chiesti:

“Perché mio figlio non sa leggere”? - Perché scrive così male? Perché non sa le tabelline?

Forse il suo problema è la dislessia.

La dislessia è disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo

La dislessia si caratterizza dal fatto che gli errori commessi non sono riconducibili a deficit di vista o udito, a scarsa intelligenza, a disturbi della personalità, a scarso adattamento oppure a scarsa motivazione.  La dislessia è un disturbo caratterizzato da un deficit nell’accuratezza e/o nella velocità di lettura, che rende la lettura stessa nel complesso poco  fluente.

Il ragazzo con dislessia si concentra particolarmente sulla decodifica del testo stancandosi rapidamente, commettendo errori, rimanendo indietro e di conseguenza esponendosi a una non comprensione completa del significato del testo e non imparando adeguatamente se non ha a disposizione un tempo adeguato o strumenti compensativi idonei.

Frequentemente il ragazzo con dislessia evolutiva non riesce a imparare alcune informazioni in sequenza come ad esempio  le lettere dell’alfabeto, i mesi dell’anno o i giorni della settimana. Talvolta  può confondersi riguardo ai rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni); può avere difficoltà a esprimere verbalmente ciò che pensa.

Una dislessia viene definita fonologica quando il sintomo predominante è la difficoltà nel processo di conversione/associazione di uno o più grafemi.

Confusione di segni diversamente orientati nello

Spazio

La “p” e la “b”; la “d” e la “q”; la “u” e la “n”; la “a” e la “e”; la “b” e la “d”.

Confusione di segni che si differenziano per piccoli

particolari

La “m” con la “n”; la “c” con la “e”; la “f” con la “t”.

 

Confusione nel discriminare segni alfabetici che

corrispondono a suoni che si assomigliano

La “f” con la “v”; la “t” con la “d”; la “p” con la “b”; la  “c” con la “g”; la “l” con la “r”; la “m” con la “n”; la “s” con la “z”.

Omissioni di grafemi e di sillabe

“porta” con “pota”; “fuoco” con “foco”; “campo” con “capo”.

Inversioni di sillabe

“li” al posto di “il”; “la” al posto di “al”; “ni” al posto

di “in”.

Inversioni della parola

“introno” per “intorno” oppure “talovo” al posto di “tavolo”.

Aggiunte e ripetizioni

“tavovolo” al posto di “tavolo”.

 

Una dislessia viene definita fonologica quando il sintomo predominante è la difficoltà nell’accesso e nel recupero della forma ortografica e fonologica della parola dal lessico mentale.

Separazioni illegali

“in sieme” per “insieme”; “in dietro” per “indietro”

Fusioni illegali

“lacqua” per “l’acqua”; “nonè” per “non è”

Scambio di grafemi omofoni (non omografi)

“quore” per “cuore”; “squola” per “scuola”; “cuaderno” per “quaderno”

Omissione o aggiunta del grafema “h”

“a” per “ha”; “sciena” “schiena”

Domenica, 23 Settembre 2018

Un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri.

La discalculia riguarda la parte esecutiva della matematica e ostacola quelle operazione che generalmente dopo un po’ di tempo tutti svolgono automaticamente, senza la necessità di particolari livelli attentivi.

L’allievo con Discalculia ha delle prestazioni al di sotto del livello atteso rispetto all’età cronologica, alle capacità cognitive e alla classe frequentata.

La discalculia interferisce in modo significativo con l’apprendimento scolastico, infatti il bambino per quanto si impegni manifesta sempre grandi difficoltà nel fare i calcoli ottenendo quindi spesso brutti voti.

Inoltre, è possibile notare un grande affaticamento durante lo svolgimento degli esercizi di matematica questo perché, non avendo automatizzando le procedure di calcolo,  deve impiegare molta attenzione per completare i compiti. Gli scarsi risultati spesso vengono interpretati come conseguenza dello scarso impegno, infatti molte volte il bambino finisce per essere colpevolizzato dagli adulti, con possibili ricadute anche sulla sua autostima.

Il ragazzo discalculico può manifestare diversi tipi di difficoltà:

  • nella lettura e scrittura di simboli matematici (3-8; 1-7;<>)
  • nella scrittura di numeri sotto dettatura;
  • nell’associare a una certa quantità il numero corrispondente;
  • nel mettere in colonna i numeri;
  • nello svolgimento di operazioni matematiche (5+5=25; 3X3=6);
  • nelle operazioni di calcolo(riporto e prestito);
  • nella memorizzazione di regole, cifre e tabelline.